Dr. Raoul Nalin: Laureato in  Medicina e Chirurgia  presso l’Università di Genova nel 1983.In concomitanza e subito dopo,  Frequenta il corso Biennale di Medicina integrata di Speciali e il corso triennale di Agopuntura del Prof. Lanza a Torino. Si specializza con lode in Endocrinologia all’Università di Genova, diretta dal prof. Giordano. Esperto di elettroagopuntura e moraterapia, tecniche NEI, omeopatia ed omotossicologia (ha frequentato molte scuole e molti corsi). Socio fondatore e  Docente dell’Istituto Italiano NEI, docente presso l’AIOT (associazione italiana di omotossicologia) . Pratictioner e Master PNL. Tiene seminari in tutta Italia. Specializzato in Endocrinologia e Malattie del Ricambio.

 

Per AMIN, nel Corso di Floriterapia di Bach in tre livelli, fa lezione di Eubiosi e disbiosi intestinale ed Intolleranze alimentari: verità e leggende.
OBIETTIVO DEL CORSO  Il corso getta i semi per un cammino di approfondimento della relazione fra psiche umana e mondo floreale. I docenti presenteranno la ricerca medica del pioniere della Floriterapia, Edward Bach, attraverso la suddivisione dei 38 rimedi in 7 gruppi. Verranno fornite le chiavi di lettura essenziali per un uso dei rimedi floreali italiani corrispondente alla pratica quotidiana.

Tiene seminari su “Energia vitale trait d’union tra psiche e corpo”.

 

Un suo articolo:

MATRICIS INERITEM MK 1 DEVALORIZZAZIONE

MATRICIS AMANDULAM MK 2 PAURA

MATRICIS VIRGAM MK 3 RABBIA

MATRICIS FOCUS MK 4 OSSESSIONE

MATRICIS CORE MK 5 ACCETTAZIONE

MATRICIS INTERVIS MK 6 FORZA INTERIONE

MATRICIS EAGLE MK 7 PENSIERI ELEVATI

MATRICIS LUX MK 8 ALLINEAMENTO

MATRICIS FREMITUM MK 0 INDIPENDENZA

MATRICIS SOS MK32 CRISI DI PANICO

INTRODUZIONE

Che le emozioni abbiano una parte rilevante nella genesi delle malattie è cosa risaputa e di per se ovvia soprattutto per gli operatori della medicina energetica ed olistica che si sforzano di vedere l’individuo nella sua interezza non solo organica ma anche psicofisica.

In effetti se consideriamo l’uomo nel suo quotidiano non possiamo negare l’evidente intreccio che esiste in ogni atto, in ogni comportamento, in ogni funzione biologica come mangiare o accoppiarsi, dormire o suonare un tamburo, tra la sfera emozionale ed il corpo.

Se ciò è vero e continuamente verificabile nell’uomo sano, tanto più ciò sarà vero per l’uomo malato se non altro per il semplice stato di all’erta dovuto alla perdita dell’equilibrio cenestesico.

Non è necessario essere afflitti da gravi o incurabili malattie per verificare ciò, basta avere un’unghia incarnita che duole e subito la nostra capacità di concentrazione intellettiva viene a mancare. Basta avere un improvviso lutto in famiglia perché lo stato di benessere precedente crolli improvvisamente.

Soggetti sensibili possono avere malessere sia fisico che psichico semplicemente vedendo le immagini impressionanti di un film horror o di un documentario sui campi di concentramento nazisti.

È stato dimostrato che in soggetti allergici è sufficiente mostrare la fotografia di pollini che volano per scatenare una crisi asmatica.

Nonostante ciò la medicina accademica, suddivisa in tutte le sue specialità, ha difficoltà ad analizzare le malattie sotto il loro profilo psicologico, tant’è che dopo aver lasciato alla psichiatria la cura delle così dette malattie mentali, ha costituito una “sotto-specialità” di così dette malattie psicosomatiche senza accettare ancora la realtà e cioè che tutte le malattie sono psicosomatiche e per dirla con Luigi Oreste Speciani, la medicina stessa:” è psicosomatica o non è medicina”.

Il paziente malato sente che la lesione è sempre qualche cosa che colpisce a tutto campo e se non riesce a risolvere in fretta il conflitto legato alla malattia, è costretto a fermarsi e a chiedersi se non è il caso che incominci a lavorare su se stesso, a mettersi in contatto con il suo sé profondo, a riorganizzare la sua impalcatura psicofisica.

È questo il motivo per il quale fioriscono le palestre di fitness come quelle di yoga, i centri di meditazione come i gruppi di psicoterapia veloce. Questo è anche il motivo dell’espandersi della medicina energetica ed olistica, della ricerca della genesi psicosomatica dei tumori e dell’utilizzo più disparato di prodotti terapeutici a valenza emozionale (dall’Aurasoma ai cristalli, dai chakra complex ai fiori di Bach).

Noi stessi nella pratica quotidiana di medici ad approccio olistico, è difficile che dimettiamo un paziente, oltre che con una terapia omeopatica, anche con una dieta, una correzione delle abitudini di vita errate e delle indicazioni di riequilibrio emozionale.

Le tecniche a nostra disposizione sono molte. Quelle che pratichiamo sistematicamente sono l’Integrazione Neuro Emozionale di Roy Martina, la Programmazione Neurolinguistica di Bandler e Grinder, il Feeling Dissolve secondo la Pollok e varie forme di training autogeno con visualizzazioni.

È sulla base di queste conoscenze e della esperienza clinica, che ci siamo impegnati nella ricerca di rimedi che per comodità chiameremo omeopatici in quanto assoggettati a diluizioni hannemaniane, ma che di fatto sono il risultato di uno studio sulla biorisonanza delle emozioni nel “sistema uomo”.

PERCHÉ MATRICIS?

Per un essere vivente è impossibile vivere senza emozioni.

Quando un individuo è assoggettato alle emozioni ( non è cioè in grado di governarle, come un naufrago in balia delle onde) perde la capacità di condurre la vita e le malattie si sviluppano soprattutto sul piano psichico (p.es. le crisi di panico).

Quando invece si nega il mondo emozionale reprimendo le sensazioni psichiche, le malattie si sviluppano soprattutto sul piano fisico (p.es. colite).

Naturalmente tra questi due estremi esistono stati intermedi, naturalmente esistono “sani” con emozioni.

Partendo dal presupposto che ogni emozione è sana e solo se non viene vissuta come tale diventa un elemento patogenetico per la persona, bisogna rilevare che ogni individuo presenta come patologiche solo alcune emozioni e queste sono diverse da soggetto a soggetto.

Ad uno stimolo o evento, interno o esterno, segue una risposta emozionale di “preferenza”, cioè di fronte ad uno stesso evento ci sarà chi reagirà con rabbia, chi diverrà triste e chi infine che avrà paura. La cosa più importante da rilevare è, però, che la risposta emozionale segue sempre un certo decorso dal momento della sua “attivazione”. È un meccanismo a bottone simile a quello che avviene in una crisi asmatica scatenata dai pollini. Quando un polline o centomila pollini, la quantità è irrilevante, stimola la mucosa nasale di un soggetto allergico, si attiva un sistema a cascata che sfocia sempre in una crisi asmatica.

Parimenti ogni individuo risponde a stimoli psichici in modo stereotipato: alcuni con paura, altri con rabbia o preoccupazione ecc. Il tipo di stimolo è relativamente importante, l’importante è che sia in grado di attivare il sistema. Da ciò ne deriva che a 4 o 40 o 84 anni un individuo reagisce sempre allo stesso modo ad uno stimolo emozionale.

Personalmente (Raoul) ricordo la rabbia che generava in me mia madre quando, durante l’adolescenza, mi diceva come vestirmi. Oggi, ho da poco compiuto 48 anni, se mia madre critica il mio modo di vestire, o di portare i baffi, o come educo i figli, la reazione è la stessa di allora. Nel mio caso rabbia, per un altro potrebbe essere tristezza o insicurezza.

Non è una questione di colpe, la mamma non centra nulla, è una questione di “MATRICI”.

Ci sono eventi emozionali che scatenano con un meccanismo ON-OFF, una reazione.

Ci siamo quindi chiesti: cos’è che ci fa agire per tutta la vita, nonostante la maturità e le esperienze di vita acquisite, sempre nello stesso modo?

Cosa è che determina in noi una reazione STEREOTIPATA simile a quella di una ameba o al più di un rettile piuttosto che di un essere umano, agli stimoli emozionali?

Sappiamo che la struttura cerebrale è preposta a costruire “circuiti”.

Labili nei primi anni di vita, i circuiti si strutturano con la crescita fino a fissarsi definitivamente con la pubertà.

Questo sistema è valido per:

· tutte le funzioni FISIOLOGICHE come apprendere a camminare o correre, saltare o guidare.

· tutte le funzioni MENTALI come apprendere a parlare, leggere o fare di calcolo.

· tutte le funzioni EMOZIONALI come imparare ad arrabbiarsi, impaurirsi, gioire o rattristarsi.

Ciò che noi impariamo in modo stabile cioè che fissiamo in un circuito cerebrale, è ciò che è più utile in un determinato contesto sociale o ambientale. In Amazzonia, p.es., un aborigeno fisserà nei suoi circuiti cerebrali soprattutto le informazioni per cacciare o per costruire una capanna, piuttosto che cantare o scrivere. Se un aborigeno canta, canta in modo semplice, primitivo rispetto ad un tenore lirico, ma se va a caccia appare estremamente sofisticato ed efficiente nelle procedure di cattura della preda, rispetto ad un occidentale anche se armato di fucile.

Nel campo emozionale sarebbe bene per noi essere semplici e primitivi: ho una emozione, la vivo e la lascio andare.

EMOZIONI RIPETUTE INVECE STABILSCONO UN CIRCUITO E QUESTO PRIMA O POI VIENE FISSATO NEL CERVELLO SOTTO FORMA DI MATRICE.

Ecco come mai ogni volta che un evento esterno mi attiva il circuito, la matrice, io agisco sempre nello stesso modo.

Naturalmente posso avere più matrici ma tra queste “una” è la più importante.

Non esistono matrici più maschili o più femminili ma entro il primo anno di vita ogni neonato decide qual è il genitore cattivo e quello buono.

Assomiglierà al genitore cattivo ed attiverà lo stesso tipo di matrice fino a quando non avrà risolto dentro di sé quel conflitto ancestrale legato al rapporto maschile – femminile (quindi padre – madre). I genitori rappresentano i due aspetti del divino, ben identificati nella religione induista come Shiva e Visnù, e che ogni uomo vive in sé come una parte che distrugge (Shiva colui che toglie il male) ed una parte che conserva (Visnù colui che ricostruisce).

Ogni essere umano vive in sé queste due forze, rappresentate nella filosofia taoista come yin e yang, fino al momento che non sia in grado di andare oltre al dualismo esistenziale, oltre il bene ed il male, oltre quella “oscillazione” contraddittoria e al tempo stesso complementare, che appartiene alla vita come il giorno e la notte, come l’inspirazione e l’ espirazione.

Cancellare le matrici implica un percorso.

Il percorso è tornare ad essere “UNO” con se stessi e con il creato, divenire l’uomo nuovo, il santo, come auspicato nel cristianesimo, essere WAN, l’imperatore come aspirano i taoisti.

In questo modo il santo, l’imperatore si fa PONTE (pontifex) TRA CIELO E TERRA, ponte tra MENTE E CORPO: non c’è più separazione, non c’è più passato e futuro, nel presente le matrici si dissolvono!

Ogni uomo che vuole dare un senso alla sua vita, cerca di andare oltre i propri limiti emozionali lavorando, a volte in modo duro, su se stesso alla ricerca di una consapevolezza sempre più profonda. Ed effettivamente a suon di praticare yoga, meditazione, rebirthing, di frequentare corsi per lo sviluppo delle proprie potenzialità, riesce a “pensare positivo”, ad aumentare la propria autostima e a dissolvere le emozioni negative. Ma per quanto abbia fatto, immancabilmente arriva un momento, uno switch, che rigenera in lui quelle emozioni negative, quel malessere per la vita che tanto aveva cercato di abbandonare, riconfermando a se stesso le parole di S. Paolo: ”quantunque mi sforzi per fare il bene, faccio male”.

Questo avviene perché anche quando sono state dissolte tutte le emozioni bloccate, resta attivo il circuito cerebrale, la matrice.

La MATRICE è come un autostrada con tanto di viadotti e gallerie ed è stata costruita con tutte le “CREDENZE” NEGATIVE che ogni uomo ha formato su di sé:

non valgo niente,

non so abbastanza,

sono un fallito,

non ho memoria,

nessuno mi ama,

non sarò mai capace di … parlare in pubblico ecc. ecc.

La strada è costruita dalle credenze, cioè dalle convinzioni negative che ci siamo fatti su di noi attraverso le emozioni bloccate o negate o manifestate con vergogna, perché sottoposte al GIUDIZIO degli altri.

Se io trattengo il pianto per una paura è perché sono attento al giudizio degli altri nei confronti del pianto e della paura. Se io invece piango e gli altri mi giudicano un pauroso ottengo lo stesso risultato perché, sensibile al giudizio esterno creo una credenza negativa. La differenza è che abbiamo un pauroso estroverso ed un pauroso introverso.

LE CREDENZE NEGATIVE SI FORMANO A CAUSA DI EMOZIONI GIUDICATE!

(anche per le credenze positive c’è di mezzo il giudizio ma queste ci rinforzano)

I pilastri di queste autostrade, i mattoni delle matrici sono invece legati a quella NECESSITA’ DI BASE che il genitore cattivo ci ha negato.

Secondo Fiona Brower le necessità di base sono 12:

1. cura
2. fiducia
3. comprensione
4. accettazione
5. rispetto
6. ammirazione
7. riconoscimento
8. apprezzamento
9. conferma
10. approvazione
11. rassicurazione
12. incoraggiamento

Le necessità di base sono delle ferite ancestrali legate ai genitori, perché anch’essi afflitti dalla stessa ferita e pertanto incapaci di donarla ai figli. È legata al modo con il quale ci rapportiamo alla vita secondo gli archetipi del maschile e del femminile e, ad un livello più profondo, al modo con il quale ci rapportiamo al divino che è in noi, cioè alla coscienza e quindi alla nostra capacità di essere congruenti con noi stessi nella realizzazione dei propri carismi.

Ogni uomo per tutta la vita cerca disperatamente di colmare questo bisogno ancestrale e quindi si rapporterà nei confronti del prossimo sempre con la richiesta inconscia di ottenere comprensione o fiducia o rassicurazione a secondo dei casi.

Possiamo essere carenti di più necessità di base ma una e quella “base”.

I nostri prodotti si chiamano MATRICIS perché agiscono sulle matrici, sui circuiti emozionali ed anche sulle necessità di base.

La loro prima funzione è quella di aiutare l’individuo a contenere o meglio a mantenere l’equilibrio di fronte agli avvenimenti emozionali in modo che questi non si fissino in modo dannoso nel sistema da provocare patologie e, nel caso di patologie fisiche e/o psichiche, aiutano la guarigione dissolvendo l’emozione ad essa collegata.

Inoltre il loro utilizzo accompagnato da un lavoro di crescita personale, favorisce la distruzione delle matrici ed il risanamento della ferita di base.

Raoul Nalin

Roberto Banducci